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Spam in Italia: siamo primi a livello europeo. Monito dall'UE.
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Spam in Italia: siamo primi a livello europeo. Monito dall'UE.
L'Italia è al primo posto nella classifica dei paesi produttori di spam a livello europeo, e all'ottavo in ambito mondiale. E Viviane Reding, Commissario UE alla Società dell'Informazione e ai Media, lancia un monito.
A fine gennaio abbiamo dato conto dell’aumento esponenziale del fenomeno dello spamming. Colpa, soprattutto, di micidiali botnet capaci di lanciare ogni minuto oltre 400 messaggi di posta indesiderata da ogni macchina. E colpa anche delle tecniche sempre più sofisticate utilizzate dagli spammer. Che spesso fanno parte di vere e proprie organizzazioni criminali.
Il fenomeno dello spamming è particolarmente sentito anche dai cittadini europei, se è vero che il 65% lo considera un problema, come rilevato nell’ultimo sondaggio di Eurobarometro.
Un dato citato da Viviane Reding, Commissario UE alla Società dell’Informazione e ai Media, che ha sollecitato i 27 governi dei paesi dell’Unione ad adottare sanzioni civili e penali più incisive per contrastare questa sorta di piaga del nuovo millennio. Già dal 2003, in realtà, esiste un divieto alle comunicazioni indesiderate, ha spiegato la Reding, ma solo in Spagna, Ungheria e nei Paesi Bassi i governi sembrano applicare le misure previste con un certo rigore e con buona efficacia. Gli altri paesi persistono in comportamenti troppo lassisti.
A cominciare dall’Italia, che con il 3% si piazza al primo posto nella classifica dei paesi produttori di spam a livello europeo, e all’ottavo in ambito mondiale. Seguono la Spagna con il 2,9%, il Regno Unito, con il 2,7, e la Germania, con il 2,4. I maggiori produttori mondiali sono, invece, gli Stati Uniti, con il 19,8% dello spam, seguiti dalla Cina (9,9%) e dalla Russia (6,4%).
A fine gennaio abbiamo dato conto dell’aumento esponenziale del fenomeno dello spamming. Colpa, soprattutto, di micidiali botnet capaci di lanciare ogni minuto oltre 400 messaggi di posta indesiderata da ogni macchina. E colpa anche delle tecniche sempre più sofisticate utilizzate dagli spammer. Che spesso fanno parte di vere e proprie organizzazioni criminali.
Il fenomeno dello spamming è particolarmente sentito anche dai cittadini europei, se è vero che il 65% lo considera un problema, come rilevato nell’ultimo sondaggio di Eurobarometro.
Un dato citato da Viviane Reding, Commissario UE alla Società dell’Informazione e ai Media, che ha sollecitato i 27 governi dei paesi dell’Unione ad adottare sanzioni civili e penali più incisive per contrastare questa sorta di piaga del nuovo millennio. Già dal 2003, in realtà, esiste un divieto alle comunicazioni indesiderate, ha spiegato la Reding, ma solo in Spagna, Ungheria e nei Paesi Bassi i governi sembrano applicare le misure previste con un certo rigore e con buona efficacia. Gli altri paesi persistono in comportamenti troppo lassisti.
A cominciare dall’Italia, che con il 3% si piazza al primo posto nella classifica dei paesi produttori di spam a livello europeo, e all’ottavo in ambito mondiale. Seguono la Spagna con il 2,9%, il Regno Unito, con il 2,7, e la Germania, con il 2,4. I maggiori produttori mondiali sono, invece, gli Stati Uniti, con il 19,8% dello spam, seguiti dalla Cina (9,9%) e dalla Russia (6,4%).
Spam in Italia: siamo primi a livello europeo. Monito dall'UE. :: Commenti
A tutto spam
Secondo Panda Security, è spam il 90,92 % delle email aziendali...
Più di 9 email su 10 in azienda sono spam. Secondo Panda Security, è junk email (posta spazzatura) il 90,92 % delle email aziendali. Gli Stati Uniti continuano ad essere la fonte primaria di spam con l’11,61%, seguiti dal Brasile (11,5%) e dalla Romania (5,8%).
Meno del 7% di messaggi di posta ricevuti dalle azienda nel primo trimestre del 2009 rappresenta corrispondenza legittima. Il 90,92% è spam, mentre le email contenenti malware ammontano all’1,66%. Questi dati sono stati raccolti dall’analisi effettuata da TrustLayer Mail, il servizio per la gestione della sicurezza della posta elettronica aziendale di Panda Security, su un campione di 69 milioni di messaggi di posta ricevuti nei primi tre mesi dell’anno.
La quantità di spam rilevata tra gennaio e marzo 2009 è aumentata rispetto al stesso periodo dello scorso anno, nel quale il totale rappresentava l’89,88% delle email ricevute. Relativamente alle diverse tipologie di spam, le mail spazzatura che si riferiscono a finte offerte di lavoro hanno subito un incremento, forse dovuto alla crisi economica in corso.
Luis Corrons, direttore tecnico dei laboratori di Panda Security afferma: “I cyber criminali stanno sfruttando la situazione disperata di coloro in cerca di occupazione per offrire lavori allettanti. Lo scopo reale è di reclutare money-mule, cioè, ad esempio, convincere gli utenti a riciclare denaro sporco utilizzando i propri conti bancari.”
Più di 9 email su 10 in azienda sono spam. Secondo Panda Security, è junk email (posta spazzatura) il 90,92 % delle email aziendali. Gli Stati Uniti continuano ad essere la fonte primaria di spam con l’11,61%, seguiti dal Brasile (11,5%) e dalla Romania (5,8%).
Meno del 7% di messaggi di posta ricevuti dalle azienda nel primo trimestre del 2009 rappresenta corrispondenza legittima. Il 90,92% è spam, mentre le email contenenti malware ammontano all’1,66%. Questi dati sono stati raccolti dall’analisi effettuata da TrustLayer Mail, il servizio per la gestione della sicurezza della posta elettronica aziendale di Panda Security, su un campione di 69 milioni di messaggi di posta ricevuti nei primi tre mesi dell’anno.
La quantità di spam rilevata tra gennaio e marzo 2009 è aumentata rispetto al stesso periodo dello scorso anno, nel quale il totale rappresentava l’89,88% delle email ricevute. Relativamente alle diverse tipologie di spam, le mail spazzatura che si riferiscono a finte offerte di lavoro hanno subito un incremento, forse dovuto alla crisi economica in corso.
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