Mentre Spotify, in versione applicazione mobile, è sbarcato su App Store e su Android Market, Next Music, un altro servizio di streaming gratuito lanciato da Telecom Italia un mese fa circa, ha chiuso i battenti. O, almeno, così sembra.

L’utente che accede al sito di Next Music, infatti, trova ora una comunicazione dell’azienda che informa della conclusione della sperimentazione e che ringrazia per la larga partecipazione registrata. Next Music, infatti, era nato come servizio sperimentale all’interno di Next Open Innovation, lo spazio dove Telecom Italia presenta tutte le sue innovazioni e chiama a raccolta utenti e sperimentatori. Non ci sarebbe, dunque, nulla di strano nella decisione di porre fine a un servizio nato come sperimentazione.

Eppure, il quadro non è lineare come sembra. Coincidenza vuole, infatti, che Next Music sia stato chiuso proprio in concomitanza con l’esplodere della protesta di alcune major discografiche e della FIMI, la Federazione Industria Musicale Italiana. Motivo del contendere, la mancanza di autorizzazione da parte delle case discografiche per l’utilizzo dei loro cataloghi musicali su Next Music. Sia Universal che EMI hanno alzato la voce, mentre la FIMI avrebbe chiesto già due mesi fa a Telecom Italia di risolvere la situazione.

In realtà, però, il problema non riguarderebbe Telecom Italia in senso stretto. Come riporta Alessandro Longo su Repubblica.it, infatti, sarebbe Grooveshark, il fornitore dei contenuti di Next Music, a non aver ottenuto l’autorizzazione delle major. Nell’accordo con Grooveshark, fa sapere Telecom Italia, Escape Media Group, titolare del servizio, aveva garantito di avere tutti i diritti per la diffusione.