Venerdì scorso sono stati tranciati tre cavi sottomarini, al largo della Sicilia, facenti parte dei backbone internazionali che consentono l’utilizzo di Internet nel bacino del Mediterraneo in un una vasta area del continente asiatico. Si tratta dei cavi SEA-ME-WE3, SEA-ME-WE4 e FLAG, che appartengono a diversi operatori.

Il guasto ha causato disservizi notevoli in 14 Paesi dell’area interessata, fra i quali Maldive, India, Qatar, Gibuti, Emirati Arabi, Libano, Malesia e Pakistan. A soffrire del black-out della Rete o di una connettività a tratti e fortemente limitata è stato anche l’Egitto, che nella giornata di domenica, per bocca del ministro delle telecomunicazioni, ha fatto sapere che i tecnici erano all’opera per ripristinare la connessione al 60%. Entro i primi giorni della settimana in corso i tecnici egiziani contano di portare l’operatività della Rete all’85% e di risolvere l’intero problema entro la fine del 2008. Al lavoro anche una nave inviata da France Telecom, che si avvale di un piccolo robot chiamato Hector, in grado di effettuare le riparazioni nelle profondità marine.

Il danneggiamento dei cavi ha comportato anche difficoltà di comunicazione tra l’Europa, l’Africa settentrionale e i Paesi mediorientali, tanto che le connessioni sono state reindirizzate, passando, per esempio, per gli Stati Uniti, in attesa che la situazione torni alla normalità.

Intanto le autorità e i tecnici stanno cercando di individuare le cause del danneggiamento. Secondo Louis-Michel Aymard, portavoce di Telecom France, l’ipotesi più concreta è quella del sabotaggio portato a termine attraverso l’ancora di una nave, anche se non si escludono altre cause, fra le quali un eventuale terremoto sottomarino.