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Per i messaggi offensivi su Facebook si rischia la condanna al risarcimento del danno morale
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Per i messaggi offensivi su Facebook si rischia la condanna al risarcimento del danno morale
Si non è una cosa inventata ma è proprio così.
Di recente è accaduto questo:
Il colpevole deve pagare:
15.000 € e spese processuali, tanto è costato il commento ingiurioso
Mentre la sentenza dice cosi:
Colui che lede la reputazione, l’onore o il decoro di una persona mediante l’invio di un messaggio tramite il social network “Facebook” è tenuto al risarcimento del danno. Il Tribunale di Monza, Sezione Quarta Civile, lo ha deciso con la sentenza del 2 marzo 2010, la prima, in Italia, a trattare di uno dei siti di condivisione più popolari al mondo. Una donna, portatrice di una particolare tipologia di strabismo, definita “esotropia congenita”, conosce un uomo tramite “Facebook”, e nasce tra loro una vera e propria relazione sentimentale. L’uomo viene assillato da quelle che definisce pressanti e ininterrotte attenzioni della donna e decide di inviarle un messaggio, visibile anche da altri utenti. Nel messaggio inviato alla donna chiude il rapporto con lei e non solo si accanisce sul suo aspetto fisico ma ne rende noti i gusti sessuali. Per questo la donna decide di andare per vie legali chiedendo al magistrato il risarcimento del danno morale soggettivo o, comunque, del danno non patrimoniale, conseguente alla lesione subita.
FONTE E PE CONTINUALRE A LEGGERE LA SENTENZA ANDARE QUI
Di recente è accaduto questo:
Il colpevole deve pagare:
15.000 € e spese processuali, tanto è costato il commento ingiurioso
Mentre la sentenza dice cosi:
Colui che lede la reputazione, l’onore o il decoro di una persona mediante l’invio di un messaggio tramite il social network “Facebook” è tenuto al risarcimento del danno. Il Tribunale di Monza, Sezione Quarta Civile, lo ha deciso con la sentenza del 2 marzo 2010, la prima, in Italia, a trattare di uno dei siti di condivisione più popolari al mondo. Una donna, portatrice di una particolare tipologia di strabismo, definita “esotropia congenita”, conosce un uomo tramite “Facebook”, e nasce tra loro una vera e propria relazione sentimentale. L’uomo viene assillato da quelle che definisce pressanti e ininterrotte attenzioni della donna e decide di inviarle un messaggio, visibile anche da altri utenti. Nel messaggio inviato alla donna chiude il rapporto con lei e non solo si accanisce sul suo aspetto fisico ma ne rende noti i gusti sessuali. Per questo la donna decide di andare per vie legali chiedendo al magistrato il risarcimento del danno morale soggettivo o, comunque, del danno non patrimoniale, conseguente alla lesione subita.
FONTE E PE CONTINUALRE A LEGGERE LA SENTENZA ANDARE QUI
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