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I fondatori di Skype ci riprovano La radio web ci seguirà ovunque
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191009
I fondatori di Skype ci riprovano La radio web ci seguirà ovunque
IL DUO che con Skype ha fatto tremare il mondo della telefonia
tradizionale adesso ci riprova con quello delle musica. Janus Friis e
Niklas Zennstrom, i due amici che hanno creato Skype, lanceranno a
inizi 2010 il servizio Rdio, storpiatura della parola "radio".
Permetterà infatti di ascoltare la musica come da una radio internet di
nuova generazione. Ovunque: sia dal pc sia dal cellulare. Non solo:
consentirà anche di condividerla e di archiviarla per sempre, a fronte
di un canone mensile. All'inizio sarà disponibile solo agli utenti Usa,
dove si sta concentrando il maggior numero di servizi musicali
innovativi (tra cui anche Napster, nella nuova versione legale).
Non è la prima volta che i due fanno
incursione, con intenti bellicosi, nel mondo della musica. La prima
volta però è stato con Kazaa, software peer to peer ai confini tra il
lecito e l'illecito, poi chiuso sotto le denunce dei detentori di
copyright.
A questa coppia di amici non è certo
passata la voglia di stravolgere schemi di mercato consolidati. Con la
differenza che, dopo Kazaa, ci hanno provato solo con strumenti legali.
Per loro Rdio è anche un'occasione di riscatto, perché dopo aver
venduto Skype a eBay hanno avuto parecchie delusioni. Hanno investito
nella web tv Joost - tentativo di rivoluzionare il mondo della
televisione - che ora sta chiudendo le sedi una dopo l'altra. Hanno
denunciato Mike Volpi, l'ex amministratore delegato di Joost, e sono in
guerra anche con eBay, da cui hanno tentato, vanamente, di ricomprarsi
Skype.
Friss e Zennstrom, però, hanno sempre
avuto la capacità di individuare il fenomeno forte del momento, su
internet, e di cavalcarlo apportando alcune novità. Così è anche per
Rdio: entra nel mercato, sempre più promettente, delle radio innovative
online; cioè della musica in streaming.
In questo caso la novità di Rdio potrebbe
essere la possibilità anche di condividere e di archiviare le canzoni
ascoltate. La sfida diretta è a Spotify,
il servizio di streaming musicale più di moda al momento, con 6 milioni
di utenti. Spotify consente di ascoltare musica gratis (a fronte di
pubblicità) in alcuni Paesi; in altri è invece a pagamento. Spotify ha
già intercettato le due novità che Rdio vuole introdurre: la mobilità e
l'archiviazione. Da settembre funziona infatti anche su cellulari
iPhone e su iPod Touch. Agli utenti a pagamento, inoltre, da ottobre
consente anche di scaricare fino a 3.333 brani al mese e quindi
conservarli per sempre (su un massimo di tre tra pc e cellulari).
Peccato però che l'Italia sia uno di
quei pochi Paesi da cui Spotify non è accessibile, per una questione di
diritti d'autore. "Noi aspettiamo con ansia che parta anche da noi, ma
dipende solo da Spotify. Si vede che hanno altre priorità", ribatte
Enzo Mazza, presidente di Fimi (Federazione dell'industria musicale
italiana). In Europa, è il Regno Unito il Paese dove il mercato è più
in fermento: qui il colosso televisivo BSkyB ha appena lanciato il
proprio negozio di musica via internet, sfidando iTunes di Apple. In
Italia sono più numerosi i negozi tradizionali di musica via internet:
quelli cioè concentrati sulla vendita di canzoni (via download), invece
che sullo streaming.
Oltre a iTunes, c'è il negozio
Mondadori e, da poche settimane, quello di Ibs. Specializzato in musica
Indie, c'è invece eMusic. Questi quattro permettono di ascoltare gratis
solo 30 secondi di canzone. Si distingue quindi Dada, che oltre a
vendere canzoni permette di ascoltarle interamente, gratis. Completa il
quadro il negozio di Deejay,
collegato a iTunes. Secondo le stime di Fimi appena pubblicate, il
mercato della musica online ha fatturato 10 milioni di euro nei primi
sei mesi 2009, in Italia: è una crescita del 36 per cento sul 2008.
Sono soldi che vengono dalla vendita di musica ma anche dalla
pubblicità associata alla musica sui siti dov'è possibile ascoltarla in
streaming, tra cui ci sono noti social network come MySpace e Youtube.
tradizionale adesso ci riprova con quello delle musica. Janus Friis e
Niklas Zennstrom, i due amici che hanno creato Skype, lanceranno a
inizi 2010 il servizio Rdio, storpiatura della parola "radio".
Permetterà infatti di ascoltare la musica come da una radio internet di
nuova generazione. Ovunque: sia dal pc sia dal cellulare. Non solo:
consentirà anche di condividerla e di archiviarla per sempre, a fronte
di un canone mensile. All'inizio sarà disponibile solo agli utenti Usa,
dove si sta concentrando il maggior numero di servizi musicali
innovativi (tra cui anche Napster, nella nuova versione legale).
Non è la prima volta che i due fanno
incursione, con intenti bellicosi, nel mondo della musica. La prima
volta però è stato con Kazaa, software peer to peer ai confini tra il
lecito e l'illecito, poi chiuso sotto le denunce dei detentori di
copyright.
A questa coppia di amici non è certo
passata la voglia di stravolgere schemi di mercato consolidati. Con la
differenza che, dopo Kazaa, ci hanno provato solo con strumenti legali.
Per loro Rdio è anche un'occasione di riscatto, perché dopo aver
venduto Skype a eBay hanno avuto parecchie delusioni. Hanno investito
nella web tv Joost - tentativo di rivoluzionare il mondo della
televisione - che ora sta chiudendo le sedi una dopo l'altra. Hanno
denunciato Mike Volpi, l'ex amministratore delegato di Joost, e sono in
guerra anche con eBay, da cui hanno tentato, vanamente, di ricomprarsi
Skype.
Friss e Zennstrom, però, hanno sempre
avuto la capacità di individuare il fenomeno forte del momento, su
internet, e di cavalcarlo apportando alcune novità. Così è anche per
Rdio: entra nel mercato, sempre più promettente, delle radio innovative
online; cioè della musica in streaming.
In questo caso la novità di Rdio potrebbe
essere la possibilità anche di condividere e di archiviare le canzoni
ascoltate. La sfida diretta è a Spotify,
il servizio di streaming musicale più di moda al momento, con 6 milioni
di utenti. Spotify consente di ascoltare musica gratis (a fronte di
pubblicità) in alcuni Paesi; in altri è invece a pagamento. Spotify ha
già intercettato le due novità che Rdio vuole introdurre: la mobilità e
l'archiviazione. Da settembre funziona infatti anche su cellulari
iPhone e su iPod Touch. Agli utenti a pagamento, inoltre, da ottobre
consente anche di scaricare fino a 3.333 brani al mese e quindi
conservarli per sempre (su un massimo di tre tra pc e cellulari).
Peccato però che l'Italia sia uno di
quei pochi Paesi da cui Spotify non è accessibile, per una questione di
diritti d'autore. "Noi aspettiamo con ansia che parta anche da noi, ma
dipende solo da Spotify. Si vede che hanno altre priorità", ribatte
Enzo Mazza, presidente di Fimi (Federazione dell'industria musicale
italiana). In Europa, è il Regno Unito il Paese dove il mercato è più
in fermento: qui il colosso televisivo BSkyB ha appena lanciato il
proprio negozio di musica via internet, sfidando iTunes di Apple. In
Italia sono più numerosi i negozi tradizionali di musica via internet:
quelli cioè concentrati sulla vendita di canzoni (via download), invece
che sullo streaming.
Oltre a iTunes, c'è il negozio
Mondadori e, da poche settimane, quello di Ibs. Specializzato in musica
Indie, c'è invece eMusic. Questi quattro permettono di ascoltare gratis
solo 30 secondi di canzone. Si distingue quindi Dada, che oltre a
vendere canzoni permette di ascoltarle interamente, gratis. Completa il
quadro il negozio di Deejay,
collegato a iTunes. Secondo le stime di Fimi appena pubblicate, il
mercato della musica online ha fatturato 10 milioni di euro nei primi
sei mesi 2009, in Italia: è una crescita del 36 per cento sul 2008.
Sono soldi che vengono dalla vendita di musica ma anche dalla
pubblicità associata alla musica sui siti dov'è possibile ascoltarla in
streaming, tra cui ci sono noti social network come MySpace e Youtube.
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