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Afghanistan, offensiva dei talebani attentati al palazzo presidenziale e alla Nato

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Afghanistan, offensiva dei talebani attentati al palazzo presidenziale e alla Nato Empty Afghanistan, offensiva dei talebani attentati al palazzo presidenziale e alla Nato




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Un razzo è caduto questa mattina sul palazzo presidenziale di Kabul e un altro ha colpito il quartier generale della polizia, a due giorni dalle elezioni presidenziali in Afghanistan. Altri attentati suicidi si sono verificati nella capitale e nel resto del paese. In tutto diciotto morti e decine di feriti, tra cui militari delle forze internazionali, ma non italiani. L'ondata di violenza annunciata dai talebani per impedire agli elettori di presentarsi alle urne, giovedì prossimo, sta quindi travolgendo il Paese.

Attacco al palazzo presidenziale. Un portavoce della polizia ha confermato che un razzo ha colpito l'area del palazzo del presidente Hamid Karzai, che è una sorta di fortezza, causando qualche danno alle infrastrutture, ma nessun ferito. Non è noto al momento se il capo dello Stato fosse all'interno al momento dell'impatto. I talebani hanno lanciato settimane fa un appello al boicottaggio delle elezioni presidenziali del 20 agosto e promesso di realizzare "ogni tipo di azione" per farle fallire.

Attentato contro la Nato: 7 morti e trenta feriti. Un altro attentato si è verificato nella parte orientale di Kabul. Coinvolti militari della forza internazionale, ma non italiani. La violentissima esplosione sarebbe stata provocata da un kamikaze il quale, a bordo di un'auto-bomba, si sarebbe lanciato contro un convoglio di truppe americane, provenienti dalla vicina base di Camp Phoenix e in marcia lungo un'importante arteria nella parte est della capitale, che collega quest'ultima a Jalalabad, verso il confine con il Pakistan. La colonna motorizzata è stata assalita nei paraggi dell'Ufficio Centrale delle Dogane, nei cui pressi sorge anche una base del contingente del Regno Unito. Nella zona della deflagrazione si trova tra l'altro un vasto complesso delle Nazioni Unite, che però non sarebbe stato preso direttamente di mira. Un primo provvisorio bilancio parla di sette morti, di cui sei sarebbero soldati britannici, e una trentina di feriti.

Italiani attaccati a Farah: nessun ferito. Nel corso di una operazione congiunta, le forze di sicurezza afgane e i militari italiani, sono stati attaccati in un area a circa 30 Km a nord est di Farah. I bersaglieri del primo reggimento, inquadrati nella Folgore, al fianco dei militari e delle forze di sicurezza afgane dovevano controllare la zona in vista delle elezioni, ma raggiunto il villaggio di Pusht Rod, sono stati colpiti con il fuoco di armi automatiche e razzi contro carri. Immediata la reazione coordinata di italiani e afgani, che sono entrati nel villaggio per cercare gli insorti e fermare il fuoco. Nessun ferito.

Kamikaze al seggio elettorale: 6 morti. Un altro grave attentato è stato compiuto nel distretto di Churi, provincia di Urzgan. Un kamikaze si è fatto esplodere davanti a un seggio elettorale dimostrando se mai ce ne fosse stata la necessità quanto siano credibili le minacce lanciate dai talebani negli ultimi giorni a chiunque intenda recarsi alle urne: i morti sono sei.

Razzi al confine con il Pakistan. Un attacco alla città di Jalalabad, città afgana non lontana dalla frontiera con il Pakistan, ha causato oggi almeno dieci feriti. Lo hanno riferito fonti mediche. L'attacco, che ha riguardato il capoluogo della provincia sud-orientale di Nangarhar, è stato confermato dal portavoce del governatore, Ahmad Zia Abdul Zai, che non ha fornito però alcun bilancio delle vittime. Sembra però che almeno quattro donne e quattro bambini siano rimasti feriti. Rivendicando l'operazione, Zabihullah Mujahid, portavoce dei talebani, ha detto alla stampa locale che l'obiettivo del lancio dei razzi era l'aeroporto della città e che "decine di membri delle forze di sicurezza afghane e internazionali sono stati uccisi".Questa tesi è stata categoricamente smentita dalle fonti ufficiali afgane.

Scrutatori uccisi da una bomba. L'ultimo attentato in ordine di tempo di una giornata segnata dalla violenza si è registrato nella provincia settentrionale di Badakhshan. Tre scrutatori e il loro autista sono rimasti uccisi nell'esplosione di una bomba piazzata sul ciglio della strada. Lo ha reso noto il governatore del distretto di Argo, Abdul Jabar Musadiq. Precedentemente, sempre nel nord, una zona solitamente risparmiata dagli attacchi dei talebani, un candidato a un consiglio provinciale era stato ucciso in un'imboscata dei ribelli.

Frattini: "Italiani necessari". Fini: "Prezioso il loro lavoro" Riponendo la speranza di un futuro più sicuro in un governo stabile e democraticamente eletto, il ministro degli Esteri Franco Frattini afferma: ''E' necessario che alle nostre truppe presenti sul terreno per contribuire a garantire le condizioni di sicurezza, prima, durante e dopo la consultazione elettorale, giunga il pieno e unanime sostegno di tutte le forze politiche per la loro preziosa e apprezzata missione''. Il presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, sta invece seguendo "con grande preoccupazione l'intensificarsi dell'offensiva terroristica in Afghanistan, che sta colpendo anche le forze militari internazionali". Fini ribadisce il proprio "totale e pieno sostegno e solidarietà ai nostri militari impegnati nel territorio afghano, il cui prezioso lavoro è motivo di orgoglio per la comunità nazionale italiana e per coloro che hanno a cuore i valori della libertà e della tutela dei diritti umani".

Legge sulla famiglia: donna sotto tutela permanente. Intanto, qualche giorno fa, il governo Karzai ha approvato una legge sulla famiglia, che evoca prescrizioni medievali, che ammicca palesemente all'elettorato sciita. Le norme, che riducono la donna al rango di persona sotto tutela permanente, fra l'altro impongono ai cittadini di sesso femminile di non uscire di casa senza il permesso del marito e consente al coniuge maschio di negare anche il cibo alla consorte se si rifiuta di avere rapporti sessuali.

Il testo prevede anche di negare alla moglie l'affidamento dei figli, se questa si rifiuta di soddisfare le sue richieste, stabilisce che la donna debba chiedere al marito l'autorizzazione per lavorare e assicura l'immunità agli stupratori se questi pagano il risarcimento in denaro alla donna violentata.

Peraltro, si tratta di una versione addirittura emendata della famigerata legge che legalizzava gli stupri in famiglia e che si attirò le critiche indignate del mondo civile pochi mesi fa. Sta di fatto che Hamid Karzai, il presidente fin qui sostenuto dalla comunità internazionale, ha promulgato la legge e un'organizzazione come Human Rights Watch lo accusa di una manovra elettorale in vista delle presidenziali che si terranno giovedì. Ma le reazioni internazionali, questa volta, non sembrano altrettanto indignate.

Secondo il reportage dell'inviato del quotidiano spagnolo El Pais, Ramon Lobo, la gente per la strada appare quanto mai indifferente. Un tassista interpellato dal cronista spagnolo ha detto di non sapere nulla della nuova legge, e che in ogni caso il fatto che la moglie deve chiedere il permesso per uscire di casa, lo prescrive la legge islamica.

Un altro uomo della strada interpellato ha invece assicurato che non negherebbe il cibo alla moglie di fronte al rifiuto di rapporti coniugali, perché - ha detto - "ci sono tanti modi di ottenerlo!". Anche una signora incontrata al centro della Croce Rossa accetta di parlare con il giornalista di El Pais, la quale dichiara di non sapere nulla: "non ho la televisione - ha detto - io non ho problemi a uscire per lavorare, sono l'unica che ha un lavoro. Noi donne sciite siamo libere".
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claudiano

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