La Commissione Europea ha comminato una multa di 1,06 miliardi di euro a Intel per abuso di posizione dominante e pratiche anticoncorrenziali illegali. Ma l'azienda annuncia ricorso....

La Commissione Europea ha comminato una multa di 1,06 miliardi di euro a Intel. Si tratta della più grande singola sanzione mai inflitta dalla UE a una società: il precedente record spetta a Microsoft, che agli inizi del 2008 ha dovuto pagare 899 milioni di euro per abuso di posizione dominante.

Stesso capo d’accusa per Intel, cui si aggiungono pratiche anticoncorrenziali illegali. Per tutto il periodo ottobre 2002-2007, si legge nel comunicato della Commissione, Intel ha avuto una posizione dominante nel mercato mondiale delle CPU x86, per almeno il 70% della quota di mercato. Intel avrebbe praticato sconti integralmente o parzialmente occulti ai fabbricanti di PC, a condizione che acquistassero la totalità o la quasi totalità dei suoi processori.

Non solo: l’azienda di Santa Clara avrebbe anche effettuato pagamenti diretti in favore di Media Saturn Holding, proprietaria della catena MediaMarkt, in Italia MediaWorld, affinché vendesse esclusivamente macchine equipaggiate con i propri processori. Intel avrebbe anche effettuato pagamenti diretti a favore dei produttori di PC allo scopo di arrestare o ritardare il lancio di prodotti contenenti processori dei concorrenti. Abuso di posizione dominante, pratiche anticoncorrenziali illegali e danneggiamento dei consumatori.

Paul Otellini, CEO di Intel, non ci sta e annuncia ricorso: la decisione, spiega il manager, è sbagliata e ignora la realtà di un mercato molto competitivo, caratterizzato da innovazione, miglioramento delle performance e abbassamento dei prezzi. Intel non ha mai venduto prodotti a basso costo, si difende Otellini.