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Nuova proposta di legge per siti web del Pdl dopo ritiro Levi: obiettivi giusti ma anche problemi
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Nuova proposta di legge per siti web del Pdl dopo ritiro Levi: obiettivi giusti ma anche problemi
Ritirata la proposta di legge Levi per la registrazione obbligatoria di siti web e blog
come scritto ieri, ne è stata presentata subito un altra da Roberto
Cassinelli esponente del Pdl che ha come obiettivo dichiarato quello di
modificare la legge 62 sull'editoria del 2001, che se venisse applicata
a 360 gradi obbligherebbe già tutti i siti web e blog all'iscrizione al Roc come testate giornalistiche.
Infatti, in queste legge si parla solo di prodotto editoriale generico e tutti i siti e i blog, ovvero qualsiasi pubblicazione elettronica, ne entrano a farne parte.
Una legge assai contestata, in vigore attualmente, ma che non viene
al momento applicata perchè costringerebbe la registrazione di tutti i
siti web e blog con chiari problemi di varia natura, in primis pratici.
La proposta di Roberto Cassinelli è quella di limitare fortemente la
necessità di registrazione, diminuendo notevolmente i siti e i blog
con l'obbligo di registrazione il quale scatterebbe in automatico se un
sito web o blog fosse gestito come un giornale con giornalisti
dipendenti e stipendiati ed una redazione e con fini di lucro
attraverso la vendita di spazi pubblicitari.
E tutto questo sarebbe positivo e giusto.
Ma nella legge, che, comunque è una bozza che sarà discussa
ampiamente nel suo iter, ci sono altri 7 punti per i quali, rientrando
un sito web anche in uno solo di questi, scatterebbe l'obbligo di
registrazione.
E come nelle precedenti proposte di legge, uno di questi punti consiste nel fatto che chi gestisce il sito web tragga profitto.
Non solo economico, ma anche professionale o di immagine, come hanno
spiegato diversi esperti giuridici del settore in relazione ai
varipunti della legge da cui emergerebbe anche questa possibilità di
lettura.
Insomma, o solo con gli annunci di Adsense di Google o anche solo
con un sito web che promuova la propria professione o figura anche
indirettamente ci sarebbe l'obbligo della registrazione come testata
giornalistici.
Ma in fondo la nuova legge proposta, pur avendo ancora il problema
principale del fine di lucro ( e non solo ) che deve per forza essere
modificato per non far rientrare il 95% dei siti web, è la prima a
cercare di distinguere siti che si possono paragonare a giornali
cartacei e tutte le altre molteplici tipologie.
Significativo questo passaggio:
Sono in ogni caso esclusi dagli obblighi previsti dall'articolo 5
della legge 8 febbraio 1948, n. 47, i prodotti editoriali pubblicati
sulla rete internet che abbiano quale scopo unico: a) la pubblicazione
o la diffusione di idee ed opinioni proprie e personali; b) la
pubblicazione o la diffusione, da parte dell'autore o gestore, di
informazioni relative alla propria natura ed alla propria attività di
società, associazione, circolo, fondazione o partito politico; c) la
pubblicizzazione, da parte dell'autore o gestore, della propria
attività di istituzione, ente pubblico o persona che ricopra cariche in
tale ambito; d) la pubblicazione o la diffusione, da parte dell'autore
o gestore, di informazioni autobiografiche, personali o che comunque
riguardino la propria attività personale, professionale, politica o
pubblica; e) l'aggregazione, in forma automatica, di notizie ed
informazioni contenute in altre pagine; f) la creazione di momenti di
discussione e dibattito su temi specifici; g) l'aggregazione di utenti
terzi in una comunità virtuale
Dunque, è chiaro che obiettivi di fondo della nuova proposta di
legge vanno nella giusta direzione, ma rimane centrale il nodo del
profitto che anche solo con gli annunci di Adsense farebbe ricadere i
le categorie sopraindicate nell'obbligo della registrazione.
Una volta modificato quest'ultimo, come si spera avvenga nell'iter di discussione, un'altro importante nodo sarabbe sciolto.
come scritto ieri, ne è stata presentata subito un altra da Roberto
Cassinelli esponente del Pdl che ha come obiettivo dichiarato quello di
modificare la legge 62 sull'editoria del 2001, che se venisse applicata
a 360 gradi obbligherebbe già tutti i siti web e blog all'iscrizione al Roc come testate giornalistiche.
Infatti, in queste legge si parla solo di prodotto editoriale generico e tutti i siti e i blog, ovvero qualsiasi pubblicazione elettronica, ne entrano a farne parte.
Una legge assai contestata, in vigore attualmente, ma che non viene
al momento applicata perchè costringerebbe la registrazione di tutti i
siti web e blog con chiari problemi di varia natura, in primis pratici.
La proposta di Roberto Cassinelli è quella di limitare fortemente la
necessità di registrazione, diminuendo notevolmente i siti e i blog
con l'obbligo di registrazione il quale scatterebbe in automatico se un
sito web o blog fosse gestito come un giornale con giornalisti
dipendenti e stipendiati ed una redazione e con fini di lucro
attraverso la vendita di spazi pubblicitari.
E tutto questo sarebbe positivo e giusto.
Ma nella legge, che, comunque è una bozza che sarà discussa
ampiamente nel suo iter, ci sono altri 7 punti per i quali, rientrando
un sito web anche in uno solo di questi, scatterebbe l'obbligo di
registrazione.
E come nelle precedenti proposte di legge, uno di questi punti consiste nel fatto che chi gestisce il sito web tragga profitto.
Non solo economico, ma anche professionale o di immagine, come hanno
spiegato diversi esperti giuridici del settore in relazione ai
varipunti della legge da cui emergerebbe anche questa possibilità di
lettura.
Insomma, o solo con gli annunci di Adsense di Google o anche solo
con un sito web che promuova la propria professione o figura anche
indirettamente ci sarebbe l'obbligo della registrazione come testata
giornalistici.
Ma in fondo la nuova legge proposta, pur avendo ancora il problema
principale del fine di lucro ( e non solo ) che deve per forza essere
modificato per non far rientrare il 95% dei siti web, è la prima a
cercare di distinguere siti che si possono paragonare a giornali
cartacei e tutte le altre molteplici tipologie.
Significativo questo passaggio:
Sono in ogni caso esclusi dagli obblighi previsti dall'articolo 5
della legge 8 febbraio 1948, n. 47, i prodotti editoriali pubblicati
sulla rete internet che abbiano quale scopo unico: a) la pubblicazione
o la diffusione di idee ed opinioni proprie e personali; b) la
pubblicazione o la diffusione, da parte dell'autore o gestore, di
informazioni relative alla propria natura ed alla propria attività di
società, associazione, circolo, fondazione o partito politico; c) la
pubblicizzazione, da parte dell'autore o gestore, della propria
attività di istituzione, ente pubblico o persona che ricopra cariche in
tale ambito; d) la pubblicazione o la diffusione, da parte dell'autore
o gestore, di informazioni autobiografiche, personali o che comunque
riguardino la propria attività personale, professionale, politica o
pubblica; e) l'aggregazione, in forma automatica, di notizie ed
informazioni contenute in altre pagine; f) la creazione di momenti di
discussione e dibattito su temi specifici; g) l'aggregazione di utenti
terzi in una comunità virtuale
Dunque, è chiaro che obiettivi di fondo della nuova proposta di
legge vanno nella giusta direzione, ma rimane centrale il nodo del
profitto che anche solo con gli annunci di Adsense farebbe ricadere i
le categorie sopraindicate nell'obbligo della registrazione.
Una volta modificato quest'ultimo, come si spera avvenga nell'iter di discussione, un'altro importante nodo sarabbe sciolto.
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