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Nuova influenza, allarme a Monza Un ragazzo di 24 anni è in coma
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Nuova influenza, allarme a Monza Un ragazzo di 24 anni è in coma
Non è in grado di respirare, ha la febbre alta e una macchina filtra il suo sangue per ossigneralo. Un ragazzo di 24 anni di Parma è il primo caso grave in Italia di infezione da virus H1N1. I medici dell'ospedale di Monza dove è stato traferito sostengono che ha "buone probabilità di farcela", ma per ora tengono il paziente in coma indotto e non nascondono di essere molto preoccupati.
I termini tecnici il ragazzo soffre di "sindrome da distress respiratorio dell'adulto": è affetto cioè da una seria insufficienza respiratoria che ha costretto i medici ad applicargli la circolazione sanguigna extracorporea. "Senza questa tecnica - ha spiegato il responsabile della Terapia intensiva Giuseppe Foti - il ragazzo non sarebbe sopravvissuto".
Non tornava da un viaggio all'estero né era affetto da malattie croniche il giovane ricoverato. Si è sentito male a metà agosto dopo una vacanza a Riccione. Si era fatto visitare dai medici dell'ospedale di Parma ma lo avevano rimandato a casa con un paio di antibiotici. Quattro giorni dopo non era migliorato e questa volta, in ospedale, hanno intuito che c'era qualcosa di più grave che un banale raffreddore. Il ragazzo è stato ricoverato prima in Malattie infettive poi in Rianimazione e infine trasferito al San Gerardo di Monza dove è stato accertato il virus A-H1N1.
"Prima di allora, non c'era alcuna indicazione perchè al ragazzo venisse eseguito il test dell'influenza A", si affretta a spiegare Sergio Venturi, direttore generale dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Parma preoccupato che non si paventi un altro caso di malasanità. "Le indicazioni più recenti suggeriscono che in quelle condizioni i malati non si siano sottoposti al test".
Dopo la diagnosi di "nuova influenza", amici e familiari del giovane sono stati sottoposti a controlli di laboratorio ma, a parte il padre che nei giorni scorsi aveva già contratto l'infezione da virus A/H1N1, sono risultati tutti negativi. Alla madre del ragazzo, dipendente dell'ospedale Maggiore di Parma, è stata diagnosticata un'influenza ma è risultata negativa al tampone da virus A.
Ad arginare la psicosi, corre ai ripari il viceministro alla Salute Ferruccio Fazio che rilascia dichiarazioni dal tono tranquilizzante: "Ce lo aspettavamo. Sappiamo che a livello europeo il 2 per mille dei casi sviluppa delle complicazioni gravi. Nel mondo addirittura il 10 per mille. Non c'è nessun ceppo più aggressivo", spiega il viceministro. "La politica di prevenzione e vaccinazione del governo, non cambia".
Gli fa eco Gianni Rezza, direttore del dipartimento Malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità: "Sapevamo che questa influenza non era a rischio zero e lo dimostra la massima attenzioni con cui tutti ne stanno seguendo l'evoluzione. Il tasso di complicazioni è simile a quello di una qualsiasi influenza stagionale e quindi i casi gravi non saranno molti".
In Italia, i casi confermati di influenza H1N1 sono attualmente 1.900 circa, di cui circa il 10% secondari. La letalità della nuova influenza H1N1, sulla base dei dati del Centro europeo controllo malattie di Stoccolma,nei paesi dell'Unione Europea e dell'area Efta è attualmente dello 0,21%. A livello globale, secondo i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, la letalità è attualmente dello 0,98%.
I termini tecnici il ragazzo soffre di "sindrome da distress respiratorio dell'adulto": è affetto cioè da una seria insufficienza respiratoria che ha costretto i medici ad applicargli la circolazione sanguigna extracorporea. "Senza questa tecnica - ha spiegato il responsabile della Terapia intensiva Giuseppe Foti - il ragazzo non sarebbe sopravvissuto".
Non tornava da un viaggio all'estero né era affetto da malattie croniche il giovane ricoverato. Si è sentito male a metà agosto dopo una vacanza a Riccione. Si era fatto visitare dai medici dell'ospedale di Parma ma lo avevano rimandato a casa con un paio di antibiotici. Quattro giorni dopo non era migliorato e questa volta, in ospedale, hanno intuito che c'era qualcosa di più grave che un banale raffreddore. Il ragazzo è stato ricoverato prima in Malattie infettive poi in Rianimazione e infine trasferito al San Gerardo di Monza dove è stato accertato il virus A-H1N1.
"Prima di allora, non c'era alcuna indicazione perchè al ragazzo venisse eseguito il test dell'influenza A", si affretta a spiegare Sergio Venturi, direttore generale dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Parma preoccupato che non si paventi un altro caso di malasanità. "Le indicazioni più recenti suggeriscono che in quelle condizioni i malati non si siano sottoposti al test".
Dopo la diagnosi di "nuova influenza", amici e familiari del giovane sono stati sottoposti a controlli di laboratorio ma, a parte il padre che nei giorni scorsi aveva già contratto l'infezione da virus A/H1N1, sono risultati tutti negativi. Alla madre del ragazzo, dipendente dell'ospedale Maggiore di Parma, è stata diagnosticata un'influenza ma è risultata negativa al tampone da virus A.
Ad arginare la psicosi, corre ai ripari il viceministro alla Salute Ferruccio Fazio che rilascia dichiarazioni dal tono tranquilizzante: "Ce lo aspettavamo. Sappiamo che a livello europeo il 2 per mille dei casi sviluppa delle complicazioni gravi. Nel mondo addirittura il 10 per mille. Non c'è nessun ceppo più aggressivo", spiega il viceministro. "La politica di prevenzione e vaccinazione del governo, non cambia".
Gli fa eco Gianni Rezza, direttore del dipartimento Malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità: "Sapevamo che questa influenza non era a rischio zero e lo dimostra la massima attenzioni con cui tutti ne stanno seguendo l'evoluzione. Il tasso di complicazioni è simile a quello di una qualsiasi influenza stagionale e quindi i casi gravi non saranno molti".
In Italia, i casi confermati di influenza H1N1 sono attualmente 1.900 circa, di cui circa il 10% secondari. La letalità della nuova influenza H1N1, sulla base dei dati del Centro europeo controllo malattie di Stoccolma,nei paesi dell'Unione Europea e dell'area Efta è attualmente dello 0,21%. A livello globale, secondo i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, la letalità è attualmente dello 0,98%.
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