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Siti Internet a pagamento: inizia il Wall Street Journal ma ci sono tanti dubbi
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Siti Internet a pagamento: inizia il Wall Street Journal ma ci sono tanti dubbi
Il Wall Street Journal sarà il primo giornale on line a fare pagare i contenuti editoriali pubblicati sul web...
La conferma che Rupert Murdoch sia intenzionato a far pagare l’accesso alle news on line del suo gruppo editoriale, arriva da Robert Thomson, caporedattore del Financial Times e della Dow Jones.
Murdoch sta studiando un sistema di micropagamenti per l’accesso ai singoli articoli e una serie di abbonamenti premium che gli utenti dovranno sottoscrivere per ottenere pacchetti di news pubblicati sul sito del Wall Street Journal.
Il sistema dovrebbe essere introdotto entro la fine dell’anno: probabilmente pochi centesimi di dollaro per ogni singola news, una cifra più alta per consultare materiale specifico, circa 100 dollari l’anno, invece, per l’accesso a tutti i contenuti del WSJ.
Gli addetti ai lavori si interrogano da tempo sulla possibilità di far pagare i contenuti editoriali pubblicati sul web. Dopo una serie di esperienze più o meno riuscite, sarà il WSJ a intraprendere con decisione questa strada, il cui esito appare incerto. C’è chi porta l’esempio della televisione: 30 anni fa era gratuita, oggi milioni di utenti sono disposti a pagare cifre anche importanti per accedere a contenuti specifici. Secondo altre opinioni, l’unico modo per invogliare i netizen a pagare per l’informazione consiste nel rendere quest’ultima di qualità: solo così l’utente vivrà un’esperienza piacevole. Altre voci indicano nell’integrazione di contenuti di qualità ed esclusivi con device innovativi una delle vie percorribili.
In Italia regna un certo scetticismo. Prevedere un abbonamento, si dice, comporterebbe un calo consistente dei ricavi pubblicitari. E il sistema pensato da Murdoch potrebbe, al limite, funzionare solo per giornali specializzati, non per l’informazione generalista.
La conferma che Rupert Murdoch sia intenzionato a far pagare l’accesso alle news on line del suo gruppo editoriale, arriva da Robert Thomson, caporedattore del Financial Times e della Dow Jones.
Murdoch sta studiando un sistema di micropagamenti per l’accesso ai singoli articoli e una serie di abbonamenti premium che gli utenti dovranno sottoscrivere per ottenere pacchetti di news pubblicati sul sito del Wall Street Journal.
Il sistema dovrebbe essere introdotto entro la fine dell’anno: probabilmente pochi centesimi di dollaro per ogni singola news, una cifra più alta per consultare materiale specifico, circa 100 dollari l’anno, invece, per l’accesso a tutti i contenuti del WSJ.
Gli addetti ai lavori si interrogano da tempo sulla possibilità di far pagare i contenuti editoriali pubblicati sul web. Dopo una serie di esperienze più o meno riuscite, sarà il WSJ a intraprendere con decisione questa strada, il cui esito appare incerto. C’è chi porta l’esempio della televisione: 30 anni fa era gratuita, oggi milioni di utenti sono disposti a pagare cifre anche importanti per accedere a contenuti specifici. Secondo altre opinioni, l’unico modo per invogliare i netizen a pagare per l’informazione consiste nel rendere quest’ultima di qualità: solo così l’utente vivrà un’esperienza piacevole. Altre voci indicano nell’integrazione di contenuti di qualità ed esclusivi con device innovativi una delle vie percorribili.
In Italia regna un certo scetticismo. Prevedere un abbonamento, si dice, comporterebbe un calo consistente dei ricavi pubblicitari. E il sistema pensato da Murdoch potrebbe, al limite, funzionare solo per giornali specializzati, non per l’informazione generalista.
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