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Social network superano i siti porno secondo recenti statistiche. Ma siamo sicuri?
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Social network superano i siti porno secondo recenti statistiche. Ma siamo sicuri?
In base alle statistiche delle visite ai siti Internet pubblicate da Hitwise sembra che non siano più i siti porno quelli più frequentati, ma i social network.
Prima l’inchiesta condotta su milioni di netizen statunitensi. Ora un’analoga indagine che ha riguardato le abitudini dei navigatori on line britannici. Con un punto in comune: le statistiche delle visite ai siti Internet pubblicate da Hitwise mostrano che non sono più i siti porno quelli più frequentati, ma i social network. Facebook and co. stanno rubando il podio a Jenna Jameson e compagnia.
I numeri forniti da Hitwise, se veritieri, parlano chiaro: in Gran Bretagna, nel 2006 i siti per adulti raccoglievano il 15% di market share, ora sono scesi all’8,52%. Di contro, i social network sono passati dal 5% circa al 9,37%. Perché questo sorpasso? Sulle nostre pagine abbiamo ospitato l’opinione di Orione Lambri, copywriter e consulente di comunicazione. Qui vogliamo sottolineare un’evidenza che tutti conoscono: il porno, sia esso off che on line, è solitamente seguito da un pubblico perlopiù maschile, più portato verso una sessualità di tipo visivo. I siti Internet per adulti, quindi, catalizzano l’attenzione di una parte di netizen, mentre i social network vedono anche una forte presenza di utenti del gentil sesso. Appare evidente, quindi, che i siti di social networking, soprattutto dopo l’esplosione del fenomeno Facebook, catturino un maggior numero di utenti e di visite.
Vogliamo anche evidenziare un altro aspetto che riteniamo importante per inquadrare la questione nella sua completezza. È senza dubbio vero che i siti pornografici stanno perdendo terreno in favore dei social network. Ma è altrettanto indiscutibile che i nuovi strumenti del Web 2.0 sono anche utilizzati con l’intenzione, per esempio, di scovare fotografie compromettenti pubblicate da netizen sprovveduti o che amano mostrarsi come mamma li ha fatti. Soprattutto quando gli utenti hanno a disposizioni servizi integrati di video chat. Basta anche fare un giro su Flickr o Photobucket, dove gli utenti condividono i propri scatti, per rendersi conto che una parte di pornografia si è trasferita nei social network, anche se i servizi prevedono l’esclusione di contenuti hard.
Insomma, dietro il boom dei social network, oltre alle motivazioni individuate da Paola Vinciguerra, c’è anche una sorta di voyeurismo che da sempre guida alcuni utenti a utilizzare Internet per accedere a contenuti proibiti o riservati. Siano essi immagini vietate ai minori oppure dettagli sulla vita privata altrui.
Prima l’inchiesta condotta su milioni di netizen statunitensi. Ora un’analoga indagine che ha riguardato le abitudini dei navigatori on line britannici. Con un punto in comune: le statistiche delle visite ai siti Internet pubblicate da Hitwise mostrano che non sono più i siti porno quelli più frequentati, ma i social network. Facebook and co. stanno rubando il podio a Jenna Jameson e compagnia.
I numeri forniti da Hitwise, se veritieri, parlano chiaro: in Gran Bretagna, nel 2006 i siti per adulti raccoglievano il 15% di market share, ora sono scesi all’8,52%. Di contro, i social network sono passati dal 5% circa al 9,37%. Perché questo sorpasso? Sulle nostre pagine abbiamo ospitato l’opinione di Orione Lambri, copywriter e consulente di comunicazione. Qui vogliamo sottolineare un’evidenza che tutti conoscono: il porno, sia esso off che on line, è solitamente seguito da un pubblico perlopiù maschile, più portato verso una sessualità di tipo visivo. I siti Internet per adulti, quindi, catalizzano l’attenzione di una parte di netizen, mentre i social network vedono anche una forte presenza di utenti del gentil sesso. Appare evidente, quindi, che i siti di social networking, soprattutto dopo l’esplosione del fenomeno Facebook, catturino un maggior numero di utenti e di visite.
Vogliamo anche evidenziare un altro aspetto che riteniamo importante per inquadrare la questione nella sua completezza. È senza dubbio vero che i siti pornografici stanno perdendo terreno in favore dei social network. Ma è altrettanto indiscutibile che i nuovi strumenti del Web 2.0 sono anche utilizzati con l’intenzione, per esempio, di scovare fotografie compromettenti pubblicate da netizen sprovveduti o che amano mostrarsi come mamma li ha fatti. Soprattutto quando gli utenti hanno a disposizioni servizi integrati di video chat. Basta anche fare un giro su Flickr o Photobucket, dove gli utenti condividono i propri scatti, per rendersi conto che una parte di pornografia si è trasferita nei social network, anche se i servizi prevedono l’esclusione di contenuti hard.
Insomma, dietro il boom dei social network, oltre alle motivazioni individuate da Paola Vinciguerra, c’è anche una sorta di voyeurismo che da sempre guida alcuni utenti a utilizzare Internet per accedere a contenuti proibiti o riservati. Siano essi immagini vietate ai minori oppure dettagli sulla vita privata altrui.
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