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Il giudice le ridà il posto di lavoro, l'azienda la spedisce in India
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Il giudice le ridà il posto di lavoro, l'azienda la spedisce in India
AVELLINO - «Te ne vai un anno in India, a Nuova Delhi». Questa,
detta in breve, la risposta di un’azienda dell'Avellinese che produce
frigoriferi industriali ad una sua operaia, che aveva appena incassato
dal Tribunale la sentenza di riassunzione in servizio alle medesime
mansioni svolte al momento della violazione delle norme sui contratti a
tempo determinato. Lei si chiama Gaetanina Di Paolo, 49 anni, madre di
5 figli.
La Di Paolo «per poter
proficuamente svolgere la prestazione inerente alle mansioni di
assemblaggio frigoriferi che svolgeva precedentemente» - così le ha
comunicato l’azienda - dal mese di febbraio dovrà trasferirsi a New
Delhi, dove è attiva con una propria sede una società collegata. Il
magistrato ha dichiarato illegittime le continue proroghe di contratto
a termine, che la lavoratrice ha contestato all'azienda irpina, la Cei
srl.
In extrema ratio però, la lavoratrice si dice pronta anche a partire per l'India. «Non è stato un bel regalo di Natale - spiega al Corriere
- ma nonostante abbia cinque figli pur di lavorare e lasciarmi alle
spalle la condizione di precariato sarei disposta a fare le valigie e
raggiungere Nuova Delhi». Nel frattempo che la decisione maturi, la
signora Di Paolo, assistita dall'avvocato Giacomo Ambrosino, si
affretta a presentare un ricorso d'urgenza al Tribunale di Sant'Angelo
dei Lombardi (Avellino) per ottenere almeno la sospensione del
provvedimento di distacco deciso dall'azienda.
«Una vergogna», denuncia il
segretario dei metalmeccanici Uil, Gaetano Altieri. «Le motivazioni del
trasferimento - annuncia in una nota il sindacato- sono del tutto
pretestuose e intendono intralciare la reintegrazione disposta dal
giudice (Giuseppa D’Inverno del Tribunale di S. Angelo dei Lombardi,
ndr) piuttosto che soddisfare una urgente e improrogabile esigenza
aziendale».
Fonte Corriere.it
detta in breve, la risposta di un’azienda dell'Avellinese che produce
frigoriferi industriali ad una sua operaia, che aveva appena incassato
dal Tribunale la sentenza di riassunzione in servizio alle medesime
mansioni svolte al momento della violazione delle norme sui contratti a
tempo determinato. Lei si chiama Gaetanina Di Paolo, 49 anni, madre di
5 figli.
La Di Paolo «per poter
proficuamente svolgere la prestazione inerente alle mansioni di
assemblaggio frigoriferi che svolgeva precedentemente» - così le ha
comunicato l’azienda - dal mese di febbraio dovrà trasferirsi a New
Delhi, dove è attiva con una propria sede una società collegata. Il
magistrato ha dichiarato illegittime le continue proroghe di contratto
a termine, che la lavoratrice ha contestato all'azienda irpina, la Cei
srl.
In extrema ratio però, la lavoratrice si dice pronta anche a partire per l'India. «Non è stato un bel regalo di Natale - spiega al Corriere
- ma nonostante abbia cinque figli pur di lavorare e lasciarmi alle
spalle la condizione di precariato sarei disposta a fare le valigie e
raggiungere Nuova Delhi». Nel frattempo che la decisione maturi, la
signora Di Paolo, assistita dall'avvocato Giacomo Ambrosino, si
affretta a presentare un ricorso d'urgenza al Tribunale di Sant'Angelo
dei Lombardi (Avellino) per ottenere almeno la sospensione del
provvedimento di distacco deciso dall'azienda.
«Una vergogna», denuncia il
segretario dei metalmeccanici Uil, Gaetano Altieri. «Le motivazioni del
trasferimento - annuncia in una nota il sindacato- sono del tutto
pretestuose e intendono intralciare la reintegrazione disposta dal
giudice (Giuseppa D’Inverno del Tribunale di S. Angelo dei Lombardi,
ndr) piuttosto che soddisfare una urgente e improrogabile esigenza
aziendale».
Fonte Corriere.it
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