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Il fumo uccide: ma soprattutto rende brutti
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Il fumo uccide: ma soprattutto rende brutti
Si legge: "Il fumo uccide"; oppure, "Tenete lontani i bambini dalle
sigarette"; o ancora, "Il fumo provoca il tumore". Sono solo alcuni dei
messaggi 'minatori' che appaiono sui pacchetti di 'bionde', ormai da
molti anni anche in Italia. Una campagna permanente contro il vizio più
diffuso al mondo, con l'obiettivo di dissuadere i tabagisti dalla loro
brutta abitudine, citando ogni tipo di effetto negativo.
C'è però una recente ricerca, condotta da esperti della New York
University e dell'università di Basilea, secondo la quale queste frasi
finiscono per produrre l'effetto contrario, vale a dire spingere chi li
legge ad accendersi una sigaretta.
La soluzione, secondo gli studiosi, dovrebbe essere invece puntare su
messaggi che evidenzino i danni legati al proprio aspetto fisico, del
tipo: "Il fumo rende la pelle opaca"; oppure, "la sigaretta fa
invecchiare precocemente".
Lo studio, che ha coinvolto 39 studenti fra i 17 e i 41 anni con il
vizio del fumo, ed è stato pubblicato sul Journal of Experimental
Social Psychology, rivela che, "in generale, quando i fumatori leggono
frasi legate alla morte, sviluppano un atteggiamento di ribellione,
continuando ad adottare abitudini a rischio".
Si tratta della dimostrazione di una vera e propria teoria psicologica,
detta della 'gestione del terrore'. E della concretizzazione
dell'ipotesi, secondo cui la maggior parte delle persone fuma per
mancanza di autostima: l'esperimento ha infatti dimostrato che molti
più studenti erano intenzionati a dire addio al pacchetto, dopo aver
letto messaggi dissuadenti che puntavano sul proprio aspetto fisico
minato dalla sigarette.
"Il fumo rende brutti", dunque, è stato proclamato dagli scienziati il
messaggio migliore da apporre sui pacchetti.
sigarette"; o ancora, "Il fumo provoca il tumore". Sono solo alcuni dei
messaggi 'minatori' che appaiono sui pacchetti di 'bionde', ormai da
molti anni anche in Italia. Una campagna permanente contro il vizio più
diffuso al mondo, con l'obiettivo di dissuadere i tabagisti dalla loro
brutta abitudine, citando ogni tipo di effetto negativo.
C'è però una recente ricerca, condotta da esperti della New York
University e dell'università di Basilea, secondo la quale queste frasi
finiscono per produrre l'effetto contrario, vale a dire spingere chi li
legge ad accendersi una sigaretta.
La soluzione, secondo gli studiosi, dovrebbe essere invece puntare su
messaggi che evidenzino i danni legati al proprio aspetto fisico, del
tipo: "Il fumo rende la pelle opaca"; oppure, "la sigaretta fa
invecchiare precocemente".
Lo studio, che ha coinvolto 39 studenti fra i 17 e i 41 anni con il
vizio del fumo, ed è stato pubblicato sul Journal of Experimental
Social Psychology, rivela che, "in generale, quando i fumatori leggono
frasi legate alla morte, sviluppano un atteggiamento di ribellione,
continuando ad adottare abitudini a rischio".
Si tratta della dimostrazione di una vera e propria teoria psicologica,
detta della 'gestione del terrore'. E della concretizzazione
dell'ipotesi, secondo cui la maggior parte delle persone fuma per
mancanza di autostima: l'esperimento ha infatti dimostrato che molti
più studenti erano intenzionati a dire addio al pacchetto, dopo aver
letto messaggi dissuadenti che puntavano sul proprio aspetto fisico
minato dalla sigarette.
"Il fumo rende brutti", dunque, è stato proclamato dagli scienziati il
messaggio migliore da apporre sui pacchetti.
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