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OneRiot, il lato real-time di Yahoo
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OneRiot, il lato real-time di Yahoo
Yahoo ha deciso di seguire la strada già percorsa da Microsoft e Google nel mondo del real-time.
&EgravE; questa una dimensione nuova, e tutta da esplorare, per i
motori di ricerca: i flussi dei link istantanei sono quelli provenienti
dal mondo "social" (Twitter, Facebook ed altri). Ma mentre Bing e
Google porteranno tra i propri risultati contenuti concordati
direttamente con i social network interessati, Yahoo farà leva sulla mediazione di OneRiot.
OneRiot è una piccola start-up che ha fatto dell'aggregazione la propria mission aziendale. Il gruppo porta all'interno di un solo calderone materiale proveniente da Twitter, da Digg e dalla community dello stesso OneRiot:
tali informazioni, a loro volta, potranno giungere su Yahoo secondo le
modalità che il gruppo deciderà di implementare. Ad oggi OneRiot è un
sito relativamente piccolo con 3 milioni di utenti e 27 milioni di
dollari raccolti per finanziare la propria attività. Secondo quanto
trapelato non sussistono accordi di revenue sharing con Yahoo,
dunque è ipotizzabile in prospettiva una acquisizione del progetto come
forma di remunerazione per il contenuto fagocitato dai server di
Sunnyvale.
Yahoo andrà quindi a comporre sulle proprie pagine una sorta di mashup tra i risultati di Bing (una volta formalizzato ed approvato
l'accordo con Microsoft, sarà proprio Bing a fornire i risultati delle
SERP di Yahoo) e quelli di OneRiot. L'inclusione del flusso "real-time"
non sarà automatica, ma determinata dalle scelte di Yahoo (limitando
presumibilmente tale opzione alle query di maggior risalto). Il
progetto, inoltre, non verrà lanciato sul mercato coinvolgendo l'intera
community Yahoo, ma prevedendo almeno inizialmente una esposizione
limitata al 10% delle query composte.
La partnership tra Yahoo e OneRiot è stata inizialmente segnalata
dal Wall Street Journal confermando alcuni rumor in auge ormai da
settimane. Il progetto dovrebbe prendere il via ufficiale entro pochi
giorni e, secondo PaidContent, Yahoo avrebbe descritto la natura sperimentale del tutto spiegando come «il test abbia l'obiettivo di scoprire se mostrare questo tipo di contenuti possa essere utile».
&EgravE; questa una dimensione nuova, e tutta da esplorare, per i
motori di ricerca: i flussi dei link istantanei sono quelli provenienti
dal mondo "social" (Twitter, Facebook ed altri). Ma mentre Bing e
Google porteranno tra i propri risultati contenuti concordati
direttamente con i social network interessati, Yahoo farà leva sulla mediazione di OneRiot.
OneRiot è una piccola start-up che ha fatto dell'aggregazione la propria mission aziendale. Il gruppo porta all'interno di un solo calderone materiale proveniente da Twitter, da Digg e dalla community dello stesso OneRiot:
tali informazioni, a loro volta, potranno giungere su Yahoo secondo le
modalità che il gruppo deciderà di implementare. Ad oggi OneRiot è un
sito relativamente piccolo con 3 milioni di utenti e 27 milioni di
dollari raccolti per finanziare la propria attività. Secondo quanto
trapelato non sussistono accordi di revenue sharing con Yahoo,
dunque è ipotizzabile in prospettiva una acquisizione del progetto come
forma di remunerazione per il contenuto fagocitato dai server di
Sunnyvale.
Yahoo andrà quindi a comporre sulle proprie pagine una sorta di mashup tra i risultati di Bing (una volta formalizzato ed approvato
l'accordo con Microsoft, sarà proprio Bing a fornire i risultati delle
SERP di Yahoo) e quelli di OneRiot. L'inclusione del flusso "real-time"
non sarà automatica, ma determinata dalle scelte di Yahoo (limitando
presumibilmente tale opzione alle query di maggior risalto). Il
progetto, inoltre, non verrà lanciato sul mercato coinvolgendo l'intera
community Yahoo, ma prevedendo almeno inizialmente una esposizione
limitata al 10% delle query composte.
La partnership tra Yahoo e OneRiot è stata inizialmente segnalata
dal Wall Street Journal confermando alcuni rumor in auge ormai da
settimane. Il progetto dovrebbe prendere il via ufficiale entro pochi
giorni e, secondo PaidContent, Yahoo avrebbe descritto la natura sperimentale del tutto spiegando come «il test abbia l'obiettivo di scoprire se mostrare questo tipo di contenuti possa essere utile».
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