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Google Wave lanciato oggi con 100mila inviti. Commenti e giudizio.
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Google Wave lanciato oggi con 100mila inviti. Commenti e giudizio.
Da Mountain View stanno partendo i primi 100.000 inviti per partecipare alla fase di testing di Google Wave, una piattaforma unificata per la comunicazione di nuova generazione, che mette insieme elementi di instant messaging, e-mail, editing collaborativo e supporto per servizi web di terze parti.
La comunicazione con Wave, spiega Ryan Paul di Ars Technica,
è organizzata in una struttura che appare simile ai threads di un
forum. Ogni livello superiore di conversazione contiene gruppi di
messaggi sotto forma di subthreads, le conversazioni sono indicate come
«waves» e i subthreads sono chiamati «wavelets». I messaggi
individuali, che sono definiti «blips», sono le più piccole unità di
conversazione dell’onda (wave).
Ars Technica pone l’accento sulla distinzione tra Wave inteso come
servizio e wave inteso come unità di conversazione. In termini di
email, per esempio, un wave rappresenta un gruppo di messaggi legati a
uno specifico subject (oggetto della email), un wavelet è un singolo
thread di messaggi inviati come risposta a quell’oggetto, un blip
costituisce un singolo messaggio di posta elettronica.
L’utente che fa partire l’onda può invitare quanti utenti desidera a
partecipare alla discussione. Ogni partecipante può postare singoli
messaggi, modificare i contenuti scambiati e inserire Rich Media
Applications (es. Google Maps). Google Wave è stato concepito per
facilitare la comunicazione e la collaborazione in real-time, ma ogni
tipo di modifica o ogni singolo elemento dell’onda possono essere
visualizzati anche in un secondo momento, a conversazione terminata.
Secondo Paul, al momento non è chiaro quanto Google Wave possa
risultare efficiente in presenza di un grandissimo numero di utenti e
di conversazioni e uno dei talloni d’Achille del servizio potrebbe
essere costituito dalla sua complessità tecnologica. Ma in ogni caso,
con i concetti introdotti in Google Wave dovranno rapportarsi tutti gli
attori della Rete.
La comunicazione con Wave, spiega Ryan Paul di Ars Technica,
è organizzata in una struttura che appare simile ai threads di un
forum. Ogni livello superiore di conversazione contiene gruppi di
messaggi sotto forma di subthreads, le conversazioni sono indicate come
«waves» e i subthreads sono chiamati «wavelets». I messaggi
individuali, che sono definiti «blips», sono le più piccole unità di
conversazione dell’onda (wave).
Ars Technica pone l’accento sulla distinzione tra Wave inteso come
servizio e wave inteso come unità di conversazione. In termini di
email, per esempio, un wave rappresenta un gruppo di messaggi legati a
uno specifico subject (oggetto della email), un wavelet è un singolo
thread di messaggi inviati come risposta a quell’oggetto, un blip
costituisce un singolo messaggio di posta elettronica.
L’utente che fa partire l’onda può invitare quanti utenti desidera a
partecipare alla discussione. Ogni partecipante può postare singoli
messaggi, modificare i contenuti scambiati e inserire Rich Media
Applications (es. Google Maps). Google Wave è stato concepito per
facilitare la comunicazione e la collaborazione in real-time, ma ogni
tipo di modifica o ogni singolo elemento dell’onda possono essere
visualizzati anche in un secondo momento, a conversazione terminata.
Secondo Paul, al momento non è chiaro quanto Google Wave possa
risultare efficiente in presenza di un grandissimo numero di utenti e
di conversazioni e uno dei talloni d’Achille del servizio potrebbe
essere costituito dalla sua complessità tecnologica. Ma in ogni caso,
con i concetti introdotti in Google Wave dovranno rapportarsi tutti gli
attori della Rete.
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