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Immigrazione, Maroni contro i magistrati "Applicate la legge". "No, la interpretiamo"
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Immigrazione, Maroni contro i magistrati "Applicate la legge". "No, la interpretiamo"
Roberto Maroni attacca ancora una volta i giudici accusandoli di non
decidere sanzioni a carico degli immigrati clandestini. Nonostante la
legge varata dal governo lo preveda. "La legge sulla clandestinità è
chiara, la capisce anche un bambino di sei anni. Non possiamo accettare
che i magistrati la interpretino in un modo o in un altro" dice il
ministro dell'Interno alla festa del PdL a Milano. E invita il Csm ad
intervenire "oppure devono farlo altri giudici: non applicare la legge
è un reato".
Ma le toghe non ci stanno e il presidente dell'Associazione nazionale magistrati
Luca Palamara risponde secco al ministro dell'Interno: "I magistrati
devono essere liberi di applicare e interpretare le leggi secondo
Costituzione. Questa non è disapplicazione. Ad essere inaccettabili
sono le parole del ministro".
Una replica arriva anche da Mauro Volpi, consigliere laico di
centrosinistra del Consiglio superiore della magistratura: "Non compete
al Csm intervenire sulle libera interpretazione della legge. Competenti
sarebbero il Guardasigilli o il procuratore generale di Cassazione".
Entrato in vigore l'8 agosto scorso, il reato di clandestinità per gli immigrati irregolari
prevede una sorta di processo per direttissima davanti ai giudici di
pace che possono condannare l'extracomunitario al carcere e a pagare
un'ammenda tra i 5 e i 10.000 euro commutabili in anni di espulsione
dal territorio italiano.
Ma attorno all'applicazione della norma da più parti si sono alzate
aspre critiche che non hanno escluso neppure il mondo giudiziario,
preoccupato che l'introduzione del reato potrebbe ingolfare gli uffici
e non solo. Dalla procura di Bologna è stato avanzato il dubbio che la
norma possa essere addirittura incostituzionale.
Dal mondo politico le repliche alle dichiarazioni del ministro
dell'Interno non si sono fatte attendere. Il vicepresidente dei
deputati del Pd Gianclaudio Bressa, ricorda "il giudizio negativo delle Nazioni Unite, della Chiesa
e delle associazioni umanitarie sulla disumanità delle politiche
sull'immigrazione della destra italiana". E il vicepresidente della
Camera Rosy Bindi ironizza: "Ogni studente del primo anno di legge sa
che qualunque legge per essere applicata va interpretata.
Forse l'avvocato Maroni
è da troppo tempo lontano dai banchi dell'Università e da un'aula di
tribunale. Maroni ricordi che la magistratura è autonoma e
indipendente".
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