Avrebbero dovuto rivoluzionare il mercato dei televisori a schermi piatti. Così dicevano gli analisti e così credevano le case produttrici, Sony in testa. Invece, sembra che le TV con tecnologia OLED (Organic Light Emitting Diode) siano destinate a ritardare il loro ingresso sul mercato.

Al momento, l’unico televisore ultrasottile con tecnologia OLED è lo Xel-1 da 11 pollici di Sony, venduto a circa 3.000 euro. Una cifra che quasi nessuno è disposto a spendere: a costi minori ci si può portare a casa uno schermo LCD di ultima generazione e di dimensioni ben maggiori. Produrre televisori OLED costa molto. Inevitabile, dunque, che i prezzi per gli utenti finali risultino proibitivi. Che lo sviluppo di soluzioni OLED fosse in fase di stallo lo si era capito da tempo.

Ora arriva un’indiscrezione del Wall Street Journal che conferma lo scenario: secondo l’autorevole quotidiano finanziario, che ha ricevuto una confidenza da una gola profonda del colosso giapponese, Sony ha deciso di fermare la produzione delle TV OLED. Problemi di costi di ricerca e di produzione, quindi, che solo in pochi possono permettersi e neanche più in solitaria. Servirebbe una partnership per abbattere i costi e, di conseguenza, immettere sul mercato prodotti con prezzi di vendita ragionevoli.

Lo standby messo alla tecnologia OLED potrebbe addirittura trasformarsi in uno stop definitivo se nel frattempo dovessero nascere tecnologie alternative agli LCD e in grado di garantire costi di produzione contenuti e standard qualitativi elevati. Seguono questa strada, per esempio, Basf e Dupont, i due big della chimica, che stanno sviluppando una tecnologia per la produzione di schermi organici economici.