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Le mani
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Le mani
Il collegamento tra avambraccio e mano
Il polso è un punto molto importante per la realisticità di un braccio; fin troppo spesso questo, che può apparire un dettaglio insignificante, rischia di tradurre un buon lavoro (avambraccio e mano) in un risultato finale del tutto fallimentare; è interessante notare che la maggior difficoltà tende ad evidenziarsi in presenza di corpi muscolosi i cui volumi si espandono dando adito a maggiori rischi di sproporzione...
1) per ottenere un buon risultato è fondamentale non perdere mai di vista il proprio soggetto, teniamolo sempre a mente e se possibile teniamo anche un modello di riferimento (mano di legno, foto, ecc.); iniziamo quindi a tracciare due ellissi di uguale forma e dimensione come descritto in figura 1 (in nero);
2) disponiamo lo scheletro della mano, dal punto indicato in azzurro (in basso fig.1) e tracciamo le linee verdi (una per dito):
3) mentre portiamo a termine il passaggio sopra descritto facciamo in modo che le linee verdi non oltrepassino il contorno dell'ellisse superiore e anzi si fermino su di esso (esclusa la 5);
1) partiamo accennando lo scheletro tecnico della mano e del braccio stando ben attenti al rapporto tra proporzioni/dimensioni in relazione al resto del corpo; sopra questa base accenniamo a matita leggera il disegno della muscolatura;
2) analizz
iamo ora alcuni possibili riferimenti, utili alla buona riuscita del nostro lavoro (fig.1):
La posa della mano
La mano è una delle parti più complesse di tutta l'anatomia umana; la sua realizzazione è vitale per la riuscita di una buona tavola e proprio da come ne viene elaborata la posa si riconosce il tocco del professionista. Per quanto sottovalutata, la capacità espressiva di una mano si avvicina infatti a quella del viso, quasi come fosse un corpo a se stante.
1) in questa trattazione ci poniamo come obiettivo il disegnare un primo piano di una mano in posa aggressiva (fig.3); partiamo quindi ad analizzare le difficoltà che si incontrano nel posizionare una mano:
2) questa parte de corpo non deve tuttavia esserci ostile ma deve anzi rappresentare un punto d'orgoglio e di efficacia comunicativa (in nessun modo dobbiamo nascondere le mani); per poter superare le complicazioni precedentemente elencate occorre accumulare grande esperienza e imparare a trarre ispirazione dalla realtà, ridurla a "schema";
3) se è vero che disegnare una mano può essere problematico è altrettanto vero che tracciarne uno scheletro tecnico (fig.1) e suddividerne le parti (fig.2) ci può aiutare a mantenerne intatte caratteristiche e proporzioni;
4) una volta imparato a tracciare agevolmente lo schema delle dita non ci resta che iniziare a complicare i nostri progetti introducendovi "pathos"; il nostro obiettivo non è più disegnare il solido della mano ma modificarlo e, se necessario, applicavi degli artifici capaci di produrre il risultato espressivo di cui abbiamo bisogno;
5) vediamo quali strumenti teorici e grafici abbiamo a nostra disposizione per descrivere emozioni e sensazioni:
6) definiti gli "attrezzi del mestiere", concludiamo la spiegazione con una serie di considerazioni, spunti, idee e consigli interessanti:
Unghie comuni
Le unghie non rappresentano un dettaglio fondamentale ma volte il difetto che rende non realistiche mani disegnate anche bene può essere rappresentato proprio da forma, dimensione, posizione o ancora non tridimensionalità di queste ultime. In questo tutorial andiamo quindi ad approfondire rapidamente questo particolare che può fare la differenza (soprattutto nelle "zoomate")...
1) per prima cosa tracciamo il dito del nostro soggetto (in questo caso il medio di un personaggio maschile) e suddividiamolo in falangi;
2) fatto questo stabiliamo la lunghezza delle unghie della mano che abbiamo immaginato (in genere un maschio tende a tenere le unghie piuttosto corte);
3) passiamo quindi a stabilire la forma vera e propria che vogliamo dare; ne esistono più varianti possibili (in fig.1 è esposta l'unghia più comune):
4) a questo punto stabiliamo a che altezza posizionarle: a parte unghie femminili e/o alterate uno spazio sopra ci vuole quasi sempre e deve risultare in proporzione con quello ai lati (che non deve invece essere in nessun caso tralasciato);
5) ottenuta l'unghia del medio non resta che applicare delle alterazioni di larghezza sulle rimanenti dita (pollice = massimo "allargamento", mignolo = massimo "restringimento");
6) vediamo ora alcuni dettagli da tenere presenti per ottenere un buon risultato:
La mano aperta
Nonostante la mano possa sembrare una parte del corpo secondaria e quindi trascurabile essa ha una funzione importantissima: quella di dare al personaggio carattere, mobilità ed espressività; in questo particolare caso proveremo a gettare le basi tecniche di questa parte del corpo così difficile da realizzare efficacemente; ricordiamo inoltre che un bravo disegnatore si riconosce proprio in questa componente della figura di un suo soggetto...
4) impieghiamoci adesso per disegnare i divisori delle dita: come riportato in figura 2 tracciamo due linee curve (in rosso) in maniera che valgano i rapporti descritti in figura 2 in blu: B maggiore di C che è maggiore di A (B>C>A), dove A è la falange superiore dove sta l'unghia, B quella centrale e C quella più in basso delle tre;
5) arrivati a questo punto fermiamoci un attimo e immaginiamo tra queste linee la mano che vogliamo ottenere; se l'abbiamo "trovata", sempre con la mente, individuiamo ciascuna falange come se fossero dei cilindretti (tutto ciò che disegniamo non deve essere visto come bidimensionale ma tridimensionale);
6) posizioniamo i cilindretti che abbiamo focalizzato, uno per falange (vedi fig.3); la seconda falange del pollice (quella superiore) sarebbe forse meglio non disporla esattamente come cilindrica dato che questo dito in punta si restringerebbe più marcatamente (questo tuttavia è un dettaglio piuttosto soggettivo);
7) in conclusione cancelliamo le costruzioni (le linee tracciate in: rosso, verde, nero, blu e azzurro) e disegniamo il corpo vero e proprio della mano (come indicato in figura 3); segnato il contorno e accennata la divisione delle falangi, una mano un po' "spartana" è pronta; aggiungiamo i vari particolari.
da omega_alex
Il polso è un punto molto importante per la realisticità di un braccio; fin troppo spesso questo, che può apparire un dettaglio insignificante, rischia di tradurre un buon lavoro (avambraccio e mano) in un risultato finale del tutto fallimentare; è interessante notare che la maggior difficoltà tende ad evidenziarsi in presenza di corpi muscolosi i cui volumi si espandono dando adito a maggiori rischi di sproporzione...
1) per ottenere un buon risultato è fondamentale non perdere mai di vista il proprio soggetto, teniamolo sempre a mente e se possibile teniamo anche un modello di riferimento (mano di legno, foto, ecc.); iniziamo quindi a tracciare due ellissi di uguale forma e dimensione come descritto in figura 1 (in nero);
2) disponiamo lo scheletro della mano, dal punto indicato in azzurro (in basso fig.1) e tracciamo le linee verdi (una per dito):
- la 1 (che taglia a metà l'ellisse superiore);
- la 2 (che tocca il punto estremo dell'ellisse superiore);
- la 3 (che è una via di mezzo tra la 1 e la 2)
- la 4 e la 5 (come in fig.1);
3) mentre portiamo a termine il passaggio sopra descritto facciamo in modo che le linee verdi non oltrepassino il contorno dell'ellisse superiore e anzi si fermino su di esso (esclusa la 5);
1) partiamo accennando lo scheletro tecnico della mano e del braccio stando ben attenti al rapporto tra proporzioni/dimensioni in relazione al resto del corpo; sopra questa base accenniamo a matita leggera il disegno della muscolatura;
2) analizz
iamo ora alcuni possibili riferimenti, utili alla buona riuscita del nostro lavoro (fig.1):
- il polso è un restringimento dell'avambraccio che procede via via sempre più in linea retta fino la mano;
- al sopraggiungere della mano la linea si apre verso l'esterno (in modo più brusco dalla parte del pollice);
- se si decide di ingrossare/restringere il polso occorre sempre ristabilire le proporzioni di mani e braccia;
- il polso contiene ossa leggermente visibili, studiamone le alterazioni in base al movimento della mano;
- la massima ampiezza orizzontale dell'avambraccio corrisponde all'incirca a una volta e mezza il polso;
- il polso rappresenta la sezione del braccio con minor diametro possibile, manteniamolo equilibrato;
- la sezione di un polso non assomiglia ad un cerchio ma al massimo può assomigliare ad un'ellisse;
- frontalmente il polso è largo circa il doppio di quanto risulta largo nella visione laterale
La posa della mano
La mano è una delle parti più complesse di tutta l'anatomia umana; la sua realizzazione è vitale per la riuscita di una buona tavola e proprio da come ne viene elaborata la posa si riconosce il tocco del professionista. Per quanto sottovalutata, la capacità espressiva di una mano si avvicina infatti a quella del viso, quasi come fosse un corpo a se stante.
1) in questa trattazione ci poniamo come obiettivo il disegnare un primo piano di una mano in posa aggressiva (fig.3); partiamo quindi ad analizzare le difficoltà che si incontrano nel posizionare una mano:
- in un'area ristretta si concentra una progettazione complessa;
- dita e falangi si sovrappongono, si incrociano e si piegano;
- la pelle si deforma, si accumula, si piega e si restringe;
- ogni dito ha dimensioni differenti che vanno mantenute costanti;
- palmo e dorso variano esponendo vene, ossa e muscoli;
- esistono infiniti tipi di mani, falangi, unghie e relative pose;
- mani mal fatte o sproporzionate si notano molto facilmente;
2) questa parte de corpo non deve tuttavia esserci ostile ma deve anzi rappresentare un punto d'orgoglio e di efficacia comunicativa (in nessun modo dobbiamo nascondere le mani); per poter superare le complicazioni precedentemente elencate occorre accumulare grande esperienza e imparare a trarre ispirazione dalla realtà, ridurla a "schema";
3) se è vero che disegnare una mano può essere problematico è altrettanto vero che tracciarne uno scheletro tecnico (fig.1) e suddividerne le parti (fig.2) ci può aiutare a mantenerne intatte caratteristiche e proporzioni;
4) una volta imparato a tracciare agevolmente lo schema delle dita non ci resta che iniziare a complicare i nostri progetti introducendovi "pathos"; il nostro obiettivo non è più disegnare il solido della mano ma modificarlo e, se necessario, applicavi degli artifici capaci di produrre il risultato espressivo di cui abbiamo bisogno;
5) vediamo quali strumenti teorici e grafici abbiamo a nostra disposizione per descrivere emozioni e sensazioni:
- dimensioni: della mano, del palmo e delle dita;
- forme: di mano e dita (ad ognuna corrisponde un carattere);
- pose di dita, palmo e polso: piegamenti, distensioni (ecc.);
- dettagli: vene, pelle, segni, venature, rugosità (ecc.);
- equilibri e armonie: disposizioni geometriche, crescenti (ecc.);
- significati consci delle pose: i gesti (il segno di vittoria, ecc.);
- i significati inconsci delle pose: dita rigide, rilassate (ecc.);
- i contatti: tra le dita, le mani, il corpo, gli oggetti e i personaggi;
6) definiti gli "attrezzi del mestiere", concludiamo la spiegazione con una serie di considerazioni, spunti, idee e consigli interessanti:
- nei manga le mani sono più grandi del normale e le dita più lunghe;
- mai disegnare pose statiche, troppo piatte o simmetriche;
- mai considerare le mani senza aver prima impostato le braccia;
- eccetto casi particolari, mai posizionare le mani nello stesso modo;
- a mani/dita piccole corrisponde giovinezza o poco fascino;
- a mani armoniose, tondeggianti e piccole uno femminile;
- a dita lunghe ed equilibrate un personaggio affascinante/stiloso;
- a mani grandi e dita spesse un uomo spartano, grande e grosso;
- più dettagli mettiamo più il soggetto rischia di invecchiare;
- le curve di nocche e palmo aiutano a definire il tono muscolare;
- un dito che indica parla sia ai personaggi che all'osservatore;
- esistono infiniti modi di indicare (stilosi, seri, tediati, solenni, ecc.);
- una mano aperta e tesa dà l'idea di spavento, azione o pre-azione;
- una mano piegata solo sulle falangi più alte comunica dolore;
- una mano semiaperta e rilassata è in posa comune di riposo;
- una chiusa a pugno ci parla di ira, umiliazione, vendetta (ecc.);
- una a conca richiede un oggetto, raccoglie un liquido (ecc.);
- dita piegate "come cobra" danno l'idea di lotta, resistenza (fig.3);
- dita disposte in un crescendo regolare danno un'idea di equilibrio;
- dita ordinate e regolari possono indicare stile, eleganza (ecc.);
- mani e dita aperte risvegliano l'attenzione dell'osservatore;
- le mani toccano, poggiano, afferrano, contano, graffiano (ecc.).
Unghie comuni
Le unghie non rappresentano un dettaglio fondamentale ma volte il difetto che rende non realistiche mani disegnate anche bene può essere rappresentato proprio da forma, dimensione, posizione o ancora non tridimensionalità di queste ultime. In questo tutorial andiamo quindi ad approfondire rapidamente questo particolare che può fare la differenza (soprattutto nelle "zoomate")...
1) per prima cosa tracciamo il dito del nostro soggetto (in questo caso il medio di un personaggio maschile) e suddividiamolo in falangi;
2) fatto questo stabiliamo la lunghezza delle unghie della mano che abbiamo immaginato (in genere un maschio tende a tenere le unghie piuttosto corte);
3) passiamo quindi a stabilire la forma vera e propria che vogliamo dare; ne esistono più varianti possibili (in fig.1 è esposta l'unghia più comune):
- larghe alla base e strette in cima (più lunghe = più "appuntite");
- più strette alla base e larghe in cima (unghie molto corte);
- quasi circolari o a ellisse orizzontale (soprattutto nell'indice);
4) a questo punto stabiliamo a che altezza posizionarle: a parte unghie femminili e/o alterate uno spazio sopra ci vuole quasi sempre e deve risultare in proporzione con quello ai lati (che non deve invece essere in nessun caso tralasciato);
5) ottenuta l'unghia del medio non resta che applicare delle alterazioni di larghezza sulle rimanenti dita (pollice = massimo "allargamento", mignolo = massimo "restringimento");
6) vediamo ora alcuni dettagli da tenere presenti per ottenere un buon risultato:
- disegnare/accennare sempre la pelle che copre le unghie (fig.2 in rosa salmone);
- dare tridimensionalità all'unghia dato che non è piatta;
- nè l'unghia nè il dito devono avere bordi taglienti ma arrotondati e tridimensionali;
- l'unghia è fatta di un materiale non opaco, mostriamone i riflessi;
- qualche linea verticale non invasiva può aiutare a dare realismo;
- dare dettagli all'unghia solo nei primi piani, da lontano accennarla o escluderla;
- il bordo più marcato è sempre quello inferiore, il meno visibile quello superiore;
- le unghie di una donna superano lo strato di carne esterno con una punta (comunque dolce);
- in una prospettiva laterale l'unghia deve quasi sempre risultare sollevata in punta;
- mai posizionare le unghie troppo in basso rispetto all'estensione della falange;
- mano giovane/femminile pochi dettagli (sintesi), mano vecchia molti più dettagli;
- unghie e dita lunghe aiutano a dare carattere ai personaggi.
La mano aperta
Nonostante la mano possa sembrare una parte del corpo secondaria e quindi trascurabile essa ha una funzione importantissima: quella di dare al personaggio carattere, mobilità ed espressività; in questo particolare caso proveremo a gettare le basi tecniche di questa parte del corpo così difficile da realizzare efficacemente; ricordiamo inoltre che un bravo disegnatore si riconosce proprio in questa componente della figura di un suo soggetto...
4) impieghiamoci adesso per disegnare i divisori delle dita: come riportato in figura 2 tracciamo due linee curve (in rosso) in maniera che valgano i rapporti descritti in figura 2 in blu: B maggiore di C che è maggiore di A (B>C>A), dove A è la falange superiore dove sta l'unghia, B quella centrale e C quella più in basso delle tre;
5) arrivati a questo punto fermiamoci un attimo e immaginiamo tra queste linee la mano che vogliamo ottenere; se l'abbiamo "trovata", sempre con la mente, individuiamo ciascuna falange come se fossero dei cilindretti (tutto ciò che disegniamo non deve essere visto come bidimensionale ma tridimensionale);
6) posizioniamo i cilindretti che abbiamo focalizzato, uno per falange (vedi fig.3); la seconda falange del pollice (quella superiore) sarebbe forse meglio non disporla esattamente come cilindrica dato che questo dito in punta si restringerebbe più marcatamente (questo tuttavia è un dettaglio piuttosto soggettivo);
7) in conclusione cancelliamo le costruzioni (le linee tracciate in: rosso, verde, nero, blu e azzurro) e disegniamo il corpo vero e proprio della mano (come indicato in figura 3); segnato il contorno e accennata la divisione delle falangi, una mano un po' "spartana" è pronta; aggiungiamo i vari particolari.
da omega_alex
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