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Facebook pronta a vendere i dati degli utenti. Rivolta dei blog sul web per la violazione di privacy
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Facebook pronta a vendere i dati degli utenti. Rivolta dei blog sul web per la violazione di privacy
Facebook valutando l'ipotesi di offrire alle aziende la possibilità di effettuare ricerche di marketing istantanee sui profili registrati sul sito. Violazione della privacy?
Con i suoi 150 milioni di profili registrati e un ritmo di crescita giornaliera pari a 450 mila utenti, Facebook si pone come il sito di social networking più popolare al mondo. Un enorme bacino di utenza, che Mark Zuckerberg, fondatore e amministratore delegato, non ha ancora trovato modo di monetizzare appieno.
Ma nel corso del 2009 la situazione potrebbe cambiare e Facebook trasformarsi anche in un ambiente ricco di opportunità per le aziende e per se stesso. In occasione del World Economic Forum di Davos, Randi Zuckerberg, sorella di Mark, ha annunciato che il board di Facebook sta valutando l’ipotesi di offrire alle aziende la possibilità di effettuare ricerche di marketing istantanee sui profili registrati sul sito. Anzi, secondo il quotidiano britannico Guardian, alcune società avrebbero già condotto alcuni sondaggi fra gli utenti di Facebook per conoscerne gusti e preferenze e creare così campagne di marketing mirate e personalizzate.
Un’operazione che si avvicina, in parte, alla filosofia operativa del marketing comportamentale. Per conoscere comportamenti e gusti dei potenziali clienti, sinora le aziende hanno dovuto sempre ricorrere alla creazione di focus group, investendo denaro, tempo e risorse che invece potrebbero essere risparmiati qualora potessero consultare direttamente un bacino enorme di utenti quale quello offerto da Facebook.
Secondo le prime indiscrezioni, sulla home page di ogni utente dovrebbero essere inseriti in alto a destra gli annunci dei sondaggi sponsorizzati. Le aziende pagheranno a Facebook un costo calcolato in base al numero di click ricevuti per il sondaggio e alla quantità di profili coinvolti. Le risposte degli utenti saranno inviate direttamente alla società inserzionista. Sembra un meccanismo ragionevole, che lascia all’utente la facoltà o meno di rispondere ai sondaggi. Ma diverse associazioni a tutela della privacy e numerosi blogger hanno già manifestato preoccupazione e contrarietà.
I rischi legati alla riservatezza delle informazioni sicuramente esistono. Il problema è stato sollevato anche in Italia dal Garante della privacy Francesco Pizzetti. Esiste ancora una vita privata all'ombra della rete?
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