Il codec sviluppato dall'azienda Eco Controllo di Napoli, denominato Codec Cappelli, promette di migliorare la qualità dei video per i cellulari, la videosorveglianza e la telemedicina, contenendo gli spazi di memoria e di trasmissione.


Moltiplicare i canali digitali, migliorare la qualità dei video destinati ai cellulari, alla videosorveglianza e alla telemedicina, contenere gli spazi di memoria e di trasmissione: è quanto promette il codec sviluppato dall’azienda Eco Controllo di Napoli, denominato Codec Cappelli, in omaggio al presidente della società, Claudio Cappelli.

Ne ha parlato anche l’ANSA, in una nota in cui si diceva che il nuovo sistema di compressione messo a punto in Italia avrebbe aumentato la capacità di archiviazione di 3-4 volte rispetto ai livelli attuali e avrebbe permesso di contenere un filmato di 20 minuti del peso di 3,1 GB in un vecchio floppy disk da 1,44 MG. Il lancio dell’ANSA è stato ripreso da diversi organi di stampa, ma qualche ora dopo la diffusione della notizia è apparsa sul sito della Eco Controllo una precisazione. Claudio Cappelli parla di un equivoco, in quanto l’esempio di un video in alta definizione a 1080i archiviato su un floppy da 1,44 MB non aveva durata di 20 minuti, bensì di 20 secondi. E ora in Rete sta montando una piccola polemica.

Il nuovo codec, il cui sviluppo pare sia costato circa 5 milioni di euro finanziati per il 60% dal Ministero per lo Sviluppo Economico nell’ambito del progetto «Nuove Tecnologie nel Campo della Compressione delle Immagini Digitali», è stato testato da due gruppi di valutatori, selezionati tra una popolazione eterogenea composta da studenti e lavoratori.

I test sono stati condotti dal CERICT, un consorzio che associa gli atenei napoletani, di Salerno e del Sannio, il CNR, il CINI e la Fondazione Pascale. I risultati, spiega il sito di Eco Controllo, hanno confermato i test metrici effettuati dall’azienda, ovvero maggiore stabilità e precisione del Codec Cappelli rispetto ai concorrenti, anche se il voto medio massimo appare identico a quello degli algoritmi H.264.

Secondo il presidente della società napoletana il nuovo sistema permette la fruizione dei programmi via web senza disturbi e distorsioni causati dall’elevata compressione. Il CERICT ha scritto nella relazione che i sistemi di compressione della Eco Controllo hanno mostrato un rapporto tra qualità e dimensione delle immagini compresse superiore agli altri codec.