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Appello congiunto per la Banda Larga

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Appello congiunto per la Banda Larga Empty Appello congiunto per la Banda Larga

Messaggio Da florin88 Lun Nov 09, 2009 8:35 pm

«A nome delle Associazioni che riuniscono le principali aziende
attive nell'Information and Communication Technology, pubblicità e
comunicazione, editoria operanti sul mercato italiano e di alcune tra
le più importanti Associazioni consumatori si rappresenta l'esigenza di considerare l'importanza di una rapida approvazione
da parte del Comitato interministeriale per la programmazione economica
delle risorse previste dalla Legge 18 giugno 2009, n. 69, pari a 800 milioni di euro per gli investimenti finalizzati allo sviluppo della banda larga nel nostro Paese
».

Inizia così un appello congiunto firmato dai massimi rappresentanti di IAB
Italia, Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, Assointernet,
UPA, Assocomunicazione, Assorel, Fedoweb, AESVI, Altroconsumo,
Adiconsum, Cittadinanzattiva e La Casa del Consumatore
. La lettera configura una iniziativa forte per fare fronte comune contro il tira e molla che in questi giorni ha prima attribuito e poi negato 800 milioni di euro per gli investimenti sulla rete di nuova generazione e l'annullamento del digital divide.

I destinatari della missiva sono Silvio Berlusconi (Presidente del Consiglio), Claudio Scajola (Ministro dello Sviluppo Economico), Luca Zaia, (Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali), Renato Brunetta (Ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione), Giorgia Meloni (Ministro della Gioventù), Paolo Romani (Vice Ministro dello Sviluppo Economico) e Gianni Letta
(Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio). A loro si rivolgono le
associazioni per sbloccare la situazione e portare una volta per tutte
il broadband al centro del calendario politico, soprattutto in
considerazione del momento di crisi attraversato. Continua la lettera
aperta:

«Da notizie pubblicate sulla stampa, infatti, sembrerebbe che,
in relazione alla contingenza economica, il Governo non abbia ancora
definito la tempistica per portare all’approvazione del CIPE i predetti
fondi fino a che, anche a seguito degli interventi "straordinari"
previsti per la superare la crisi, non si possa procedere con maggiore
tranquillità attraverso politiche di sviluppo.


Si è concluso proprio l'altro giorno lo IAB Forum, la più
importante manifestazione italiana relativa alla comunicazione
interattiva, nel quale - di fronte a circa 8.000 persone - il mondo
dell'industria e dell'economia, insieme alla comunità scientifica ed
alla rappresentanza dei consumatori, hanno ribadito con forza come
anche il nostro Paese debba puntare sull'innovazione
tecnologica delle imprese, delle pubbliche amministrazioni e delle
famiglie per uscire dalla situazione attuale
ed avviare un rapido rilancio della nostra economia e dell'occupazione, accelerando l'uscita dalla crisi.


Il Governo ha sempre ribadito l'importanza del superamento del
digital divide - tramite investimenti in nuove tecnologie e sviluppo
della banda larga - come volano per il rilancio della competitività per
le PMI italiane, l'avvicinamento della Pubblica Amministrazione ai
cittadini e la creazione di posti e opportunità di lavoro. La
banda larga oggi non è un'opzione facoltativa ma un'infrastruttura
necessaria per lo sviluppo economico, sociale e culturale del Paese
.


È indispensabile che l'Italia non perda altro tempo e prenda
decisioni, come stanno facendo altri Paesi europei, con prospettive di
medio-lungo termine affinché possa restare uno dei player principali
delle economie avanzate.


Ad accodarsi all'appello è anche Confcommercio per voce del Presidente Carlo Sangalli. Secondo l'ANSA, infatti, Sangalli avrebbe esplicitamente appoggiato
il modello Scajola che vede nei privati una opportunità valida per
sbloccare gli investimenti rapidamente e con l'aiuto della Cassa
Deposito e Prestiti: «Seguiamo con molto interesse il progetto del
ministro dello Sviluppo economico Scajola che è molto atteso dal mondo
imprenditoriale; è una scelta strategica che permette all'Italia di
tenere il passo con gli altri Paesi più industrializzati».
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